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Liguria, Chiavari

Quando il tempo torna indietro: Chiavari

Cittadina molto antica, risalente all’epoca romana, Chiavari accoglie i visitatori in un intrico di ombrosi portici e carruggi, i vicoli liguri, avvolgenti come in un abbraccio, con la sua atmosfera passata di antica cittadina di provincia, dove il tempo pare essersi fermato.
Chiavari, Portici di Chiavari

Portici di Chiavari

Chiavari, Un antico carruggio (vicolo ligure)

Un antico carruggio (vicolo ligure)


Lungo i suoi vecchi portici, popolati qua e là dei tavolini di caffè e ristorantini, si affacciano ancora numerose le botteghe storiche di un tempo, rivestite in legno e i bei portali dei palazzi d’epoca in legno intarsiato.
In passato antico importante porto romano, oggi va fiera della sua storia che vide come ospiti, i maggiori esponenti del Risorgimento, come Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, le cui statue dominano le omonime piazze, e personalità della cultura come lo scrittore Stendhal per la letteratura, ed il famoso musicista e compositore Franz Litz.
Chiavari, Vicolo illuminato la sera

Vicolo illuminato la sera

Chiavari, Un  portale in legno

Un portale in legno

Chiavari, il Lungomare

il Lungomare

Chiavari, Il mare al tramonto

Il mare al tramonto



Il lungomare di Marina di Chiavari, diviso dal centro, dalla stazione, è ampio e fiancheggiato di verde e grandi spiagge sabbiose dal mare pulito. Il centro storico tuttavia non solo riporta indietro nel tempo, ma con i suoi monumenti parla da sé e della sua storia, riprendendo lo stile ligure nei tipici colori delle case, ocra, giallo e rosa antico, ma anche l’impronta più elegante di Genova nei più antichi palazzi nobiliari.
Saltano così all’occhio i nomi delle più importanti famiglie genovesi e liguri, come i Fieschi con la costruzione dell’Ospedale di S.Lazzaro e della chiesa S.Maria Maddalena, i Falcone-Manara nel palazzo omonimo della famiglia, del 1730, restaurato poi alla fine dell’Ottocento, con interessanti affreschi settecenteschi, o i Rovaschieri, a cui appartenevano numerosi edifici le cui “abitazioni a schiera e dotate di porticati”risalgono al 1600. Un tempo Chiavari era cinta di mura, di cui sono ancora visibili i resti di fronte al parco di palazzo Rocca, arrampicato a terrazza sulla collina, con la sua rigogliosa vegetazione. Lunga è la storia di palazzo rocca , risalente al 1600, appartenuto alla famiglia Costaguta. Dopo diverse vicissitudini, divenne sede della Prefettura Francese in epoca napoleonica e assistette al matrimonio tra l’ultima Grimaldi e Ignazio Pallavicini nel 1824. Difficile non immaginare la bellezza di questa festa da fiaba con i costumi dell’epoca in pieno Ottocento, nel palazzo che era dotato di 9 sale, più cappelle, salone, cucine. Il parco invece venne creato successivamente dal ligure Giuseppe Rocca, da cui prese il nome. Erano i tempi in cui i signori con le loro dame giravano in carrozza, consuetudine che si rievoca soprattutto piazza Matteotti, dove si trovava la Stazione delle Carrozze Pubbliche. In seguito vi fu eretto il monumento a Giuseppe Garibaldi, che dall’alto guarda fiero i chiavaresi.
Sull’onda della musica invece ci si trova nel Teatro Cantero che fu inaugurato nel 1937 con l’opera della “Tosca” di Giacomo Puccini, diretta da Angelo Costaguta.
Chiavari, la chiesa di S.Francesco

La chiesa di S.Francesco

Chiavari, Palazzina in stile liberty

Palazzina in stile liberty


Accanto a palazzo Rocca si distingue la candida facciata della chiesa di S.Francesco, originaria del 1200, voluta da Andrea e Guglielmo Fieschi, nipoti nientemeno che di papa Innocenzo IV°.
Chiavari, Piazza Mazzini con il Palazzo di Giustizia

Piazza Mazzini con il Palazzo di Giustizia

Chiavari, la Cattedrale Nostra Signora Dell'Orto

la Cattedrale Nostra Signora Dell'Orto


Tuttavia l’edificio Civico più noto è il Palazzo di Giustizia, elegante e luminoso, che domina piazza Mazzini, realizzata nel 1400, dove sorse “la Cittadella” e al cui centro sorge la statua dedicata al grande statista. Non lontano affacciato alla piazza della Cattedrale, sorge Palazzo Bianco, magnifico edificio porticato, dove risiede il municipio, in stile neoclassico, progettato dall’architetto Orsolino nell’Ottocento, mentre di fianco si erge in tutta la sua imponenza la Cattedrale Nostra Signora Dell’Orto, col suo grande porticato retto da colonne doriche. Al centro della piazza, a completamento della storia dell’Unita’ d’Italia, sorge la statua del più importante esponente del Risorgimento, re Vittorio Emanuele II°.
La Cattedrale è anche un importante santuario mariano. Infatti fu costruito nel 1613 in seguito all’apparizione della Madonna ad un abitante di Chiavari, Sebastiano Descalzo, il 2 luglio 1616, nell’area dove si trovavano glio orti, da cui poi prese il nome.In collina, in una magnifica posizione davanti alla vista a strapiombo sull’azzurro del mare, si trova un altro importante santuario mariano, Nostra Signora delle Grazie, sorto su di un’antica cappella del 1200. Ospita una statua in legno, che vi fu condotta da un capitano di Chiavari nel 1416, a causa di un fatto strano: il capitano non sarebbe riuscito a far partire la sua nave dalla città dove si trovava in vendita la statua, finché non si decise ad acquistarla. All’interno della chiesa si trovano anche ibegli affreschi di Piaggio e di Luca Cambiaso, della metà del 1500, che rappresentano la vita della Madonna e la Passione di Gesù.
Chiavari, La pasticceria storica "I sorrisi di Chiavari"

La pasticceria storica "I sorrisi di Chiavari"


Ritornando all’ombra dei vecchi portici, tra le molte storiche botteghe, come la farmacia,la vineria o una gioielleria di fine Ottocento, e quella bellissima di un antiquario, si trova la rinomata pasticceria intitolata ai “Sorrisi di Chiavari”, i cioccolatini locali con liquore, ottimi da gustare col caffè.
Non si può naturalmente fare a meno di pranzare in una delle sue storiche trattorie per assaggiare qualcuno dei suoi piatti tipici, la farinata calda cucinata nel forno a legna, le buonissime trofie al pesto e i pansoti, ravioli liguri ripieni di verdure, tra cui un’erba locale, la borragine.

Testo e foto di Grazia Paganuzzi
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