Un piccolo incantevole borgo immerso nella campagna a pochi chilometri da Milano: Corbetta
Un’immersione totale nel silenzio, nell’azzurro, nel verde: questo accade quando si scende dal treno a Corbetta S.Stefano Ticino.
I profumi ed il silenzio della campagna avvolgono quasi per magia.
Ci si sente un po’ sperduti nell’immensità del verde delimitato appena da piccole case e dalle file di alti alberi sottili, che coi loro rami secchi, nella stagione invernale paiono bucare il cielo.
Immersi così nell’azzurro, mentre si sente solo il garrire degli uccelli, ci si avvia verso il paese, Corbetta, fiancheggiando da un lato casette e nobili ville immersi in giardini stile Ottocento e dall’altra la boscaglia arida ed il verde prato delimitato dalle colline color oro sullo sfondo.
Pian piano si entra nel centro del paese, dove ci saluta per prima la bella chiesa di S.Ambrogio, interessante per il suo ingresso con pronao, colonne e lesene.
Al suo interno si trovano bei decori in stucco e alcuni dipinti.
Proseguendo lungo la via silenziosa, si arriva alla chiesa della Beata Vergine dei Miracoli.
Il suo nome deriva da un evento miracoloso, accaduto nel 1555, grazie al quale vi fu costruito l’altare più maestoso di tutto il paese. Le opere più note furono dipinte da artisti come Carlo Francesco Nuvolone e Procaccini.
Secondo la tradizione rinascimentale vi sorsero diverse ville “ di delizia”, centri di svago e cultura per le famiglie aristocratiche nella bella stagione.
Tra queste vi è Villa Frisiani Olivares Ferrario, del 1700, che oggi ospita il Municipio, immersa in un ampio verdissimo parco. La villa e la vegetazione si specchiano nelle acque di uno stagno, alimentato dal Fontanile Madonna, al cui centro si trova una grotta finta che ospita barche.
Un’antica residenza di caccia del 1600 era invece Villa Frisiani Mereghetti, dentro cui si possono ammirare importanti opere d’arte di Federico Cucciari.
Le vie ed i vicoli all’ombra delle antiche case e palazzi d’epoca si snodano silenziosi, conducendo in una dimensione senza tempo, fino all’incrocio con la stella polare, disegnato sulle pietre lastricate, per arrivare alla grande piazza di S.Vittore, dominata dalla monumentale cattedrale da cui prende il nome, le cui origini antichissime risalgono al III° secolo.
L’attuale aspetto si deve tuttavia ad una ristrutturazione a cavallo del Novecento, che riprende lo stile dei templi classici, nelle imponenti colonne doriche del pronao.
A Corbetta si può visitare anche l’interessante museo Pisani Dossi, che prende il nome dallo scrittore giornalista e artista a cui è dedicato.
Nella lunga storia del borgo si rivelarono di grande importanza l’epoca degli Sforza, grazie a cui furono create notevoli opere d’arte, per opera della nota famiglia milanese Aliprandi.
Purtroppo l’arrivo degli Spagnoli distrusse questo periodo felice, ma il popolo si ribellò contro la loro tirannia nel 1582, invadendo i quartieri dove abitavano.
Sotto il dominio Austriaco invece rifiorirono di nuovo eleganti nobili ville e furono abbellite quelle più antiche.
Corbetta ebbe poi una grande importanza nella Seconda Guerra Mondiale, durante cui vi nacquero le prime Squadre Partigiane, che si impegnarono per impedire la deportazione in Germania della popolazione e dei militari che si rifiutavano di combattere per i tedeschi.
Assume quindi un particolare valore il Monumento ai Caduti, che spicca su un lato di piazza S.Vittore: un soldato col braccio alzato che regge un fucile, ad inneggiare ad una delle “personalità” più grandi della storia umana, per difendere la quale sono stati offerti in passato e tuttora i più alti sacrifici, amata da molti, ma tradita da troppi: signora Libertà.