Un grazioso borgo dipinto nelle acque del naviglio: Gaggiano
Due file di casette colorate che si riflettono nell’azzurro del Naviglio Grande: è Gaggiano.
Davanti ad una piazzuola affacciata sull’azzurro si trova per prima la chiesa di S.Invenzio.
Sulla bella facciata barocca si alternano due toni di colore bianco e ocra che pongono in evidenza le linee di porte e finestre, stucchi e statue.
Le sue origini risalgono al 1100 anche se fu ricostruita nel 1620.
L’interno ospita begli affreschi ottocenteschi, ma il più importante è quello posto sopra l’altare della Madonna del 1400, che raffigura la Madonna delle Grazie col Bambino, considerato miracoloso.
Pare infatti che durante dei lavori per la chiesa, il tetto di questa crollò, senza fare però alcuna vittima, nonostante ci fossero numerosi fedeli, lavoranti e gente che passava.
Della chiesa tuttavia si salvò solo il dipinto della Madonna col Bambino, che da allora divenne meta di pellegrinaggi.
Dal piazzale della chiesa poi ci si affaccia con sorpresa ai riflessi delle casette multicolori che si specchiano nel Naviglio e all’azzurro.
Accanto alla piazzuola di S.Invenzio si fiancheggia una candida palazzina con una piccola torre, poi proseguendo lungo il canale dai riflessi color ocra, giallo, rosa pallido, mattone, si passa davanti ad una cancellata dietro cui si estende un verde giardino ed un palazzo con portico: villa Marino.
E’ questa una residenza di campagna risalente all’inizio del Cinquecento, che fu fatta costruire dall’allora proprietario Massimiliano Stampa.
In seguito fu acquistato come casa estiva da Tommaso Marino, finanziere divenuto celebre per aver ordinato l’edificazione di Palazzo Marino a Milano.
Purtroppo però la bella villa di Gaggiano fu più conosciuta per un fatto assai triste, l’uccisione da parte del conte Marino della bellissima giovane moglie Ara Cornaro, di origini veneziane, anche se un’altra versione imputa il fatto al figlio di Tommaso, Niccolò Marino nei confronti della moglie Luisa De Hugo Herrera.
Si raggiunge poi il grazioso ponte in ferro battuto, ornato di vasi con gerani e attraversato sempre da file di ciclisti.
Tornando indietro sull’altra sponda, tra le case ed il canale, si passa davanti ad un bel palazzo d’epoca, ingrigito dal tempo, palazzo Venini Uboldi.
L’edificio, del Settecento, caratterizzato dalla facciata con alte finestre, ospita al suo interno un oratorio de l 1760, fatto costruire dal suo proprietario, Francesco Venini.
Da qui si raggiunge il ponte più grande: dalla sua cima lo sguardo abbraccia la vista dell’azzurro, dell’acqua che pare toccare il cielo, dei riflessi, dei colori, della luce.