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Lombardia, Milano, Basilica di Santa Maria delle Grazie
Lombardia, Milano Basilica di Santa Maria delle Grazie
Un gioiello nel centro di Milano. la Basilica di S.Maria delle Grazie e il Cenacolo di Leonardo da Vinci
Uno dei maggiori gioielli del Rinascimento italiano è una delle più belle chiese di Milano, S.Maria delle Grazie.
Accanto alla Basilica, inoltre, è ospitato uno dei più notevoli capolavori dell’arte pittorica rinascimentale, il “Cenacolo”(l’Ultima Cena”) di Leonardo da Vinci.
L’intero complesso è stato così dichiarato Patrimonio dell’Unesco.
La basilica sorse nel 1463, ma venne poi interamente rinnovata intorno al 1500.
La facciata appare in stile romanico-lombardo, ma il primo nucleo nacque dalla cappella della Vergine del Rosario, a cui si accede in fondo alla navata sinistra della chiesa. La rappresenta un quadro posto sull’altare, che raffigura una Madonna con le braccia aperte, considerato miracoloso.
Per questo la chiesa e il convento, inizialmente dedicati a S.Domenico, vennero poi intitolati a S.Maria delle Grazie.
L’impiantito, in origine più semplice, fu poi completamente cambiato da Ludovico il Moro ad opera del Solari, in stile lombardo-rinascimentale, con volte ogivali e la facciata “ a capanna”. Per il portale egli fece trasportare il marmo dalla Fabbrica del Duomo.
La vecchia tribuna fu sostituita da una nuova, costruita dal Bramante.
A quest’ultimo si deve lo spazio “a cubo”dell’altare sormontato dall’imponente cupola.
Molto belle sono anche le decorazioni sulle arcate delle navate e la fuga prospettica di queste.
Da allora le più note famiglie milanesi domandarono di poter usufruire delle cappelle per seppellirvi i loro defunti, commissionandone la decorazione ai migliori artisti dell’epoca: ecco come sorsero la Cappella di Santa Caterina con le statue di Antonello da Messina, la Cappella della Vergine Adorante e quella di Santa Corona, ornata dagli affreschi di Gaudenzio Ferrari.
Un giro intorno all’esterno della basilica consente poi di ammirare l’abside e la magnifica cupola del Bramante, decorata in cotto.
Sul retro si apre anche l’entrata al chiostro, l’unico rimasto dei tre esistenti, allora chiamato “Dei Morti”, che dopo essere stato distrutto dal bombardamento del 1943, fu poi ricostruito come lo vediamo oggi.
Fu bombardato anche il Refettorio, ma dalla distruzione, si salvarono due grandi capolavori: “l’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci e la “la Crocifissione” di Donato Montorfano, oltre ad un fregio affrescato sulla parete ovest.
L’”Ultima Cena” di Leonardo da Vinci
Ci sarebbe moltissimo da dire su questo capolavoro rinascimentale, uno dei più importanti e famosi in tutto il mondo.
Fu dipinto tra il 1494 e il 1498 da Leonardo da Vinci sotto la signoria di Ludovico il Moro.
Per realizzare l’Ultima Cena tra Gesù e i suoi apostoli, Leonardo compì prima studi approfonditi componendo moltissimi disegni.
Al metodo tradizionale della “pittura a fresco” sostituì quella “a secco” sulla parete del Refettorio e attraverso lamine metalliche d’oro e d’argento cercò di creare delle figure più realistiche con dettagli e particolari.
Purtroppo diversi fattori, a partire dalla particolare tecnica di Leonardo, unita alle condizioni umide dell’ambiente, ne causarono il deterioramento.
Per questo fu più volte restaurato, l’ultima più recente nel 1999, con le tecniche più all’avanguardia.
La scena riprende il passo del Vangelo di Giovanni in cui Gesù afferma che uno degli apostoli lo tradirà.
Molto interessanti da notare sono le reazioni espresse sui volti degli apostoli: per raffigurarle infatti, Leonardo studiò “i moti dell’animo”, ossia le reazioni emotive davanti alla sconcertante affermazione di Gesù.
Questi appare isolato, con gli occhi socchiusi ed il capo un po’ reclinato, mentre la luce, che proviene da sinistra, ne aumenta l’effetto.
Gli apostoli invece sono raffigurati in quattro gruppi di tre, in modo decisamente simmetrico.
Guardando bene, pare quasi che da Cristo parta un’onda di reazioni emotive più intense tra i più vicini, più smorzate e incredule tra gli ultimi.
Da notare sono le posizioni delle mani di Gesù: la sinistra punta verso il pane, la destra verso un bicchiere di vino, i simboli dell’Eucaristia.
Il chiostro
Al Chiostro, detto oggi “delle Rane”, si accede da via Caradosso, sul retro della chiesa. L’ingresso con stipiti in marmo riporta una scritta latina: “Laus Deo”(Lode a Dio).
Quando si entra, il silenzio e l’atmosfera conducono in un’altra dimensione, completamente separata dalla città e dal suo movimento. E’ un altro mondo dove si respira lo spirito….
Il chiostro, di forma quadrata, si presenta con cinque arcate rette da colonne in marmo con capitelli magnificamente decorati di rami fioriti. Al centro una fontana di forma circolare congiunge i viali, spezzando il verde simmetrico delle siepi e degli alberi.
Cosi l’arte e lo spirito si toccano…