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Lazio, Viterbo

Viterbo, dove il tempo si è fermato

Un uomo a cavallo avvolto in uno scuro mantello va al trotto lungo i vicoli all’ombra delle vecchiecase dell’antica Viterbo. Deve arrivare al Palazzo dei Papi per portare un messaggio a Sua Santità, il Papa… Fa un giro circumnavigando la piazza, poi si ferma davanti all’entrata del palazzo, mentre gli zoccoli del cavallo, innervosito dalla frenata, scalpitano sulle pietre. Poco dopo il pesante portale cigolando si apre ed il cavaliere scompare all’interno. Probabilmente intorno al 1300 gli abitanti avranno assistito molte volte a queste scene a Viterbo.
viterbo, il palazzo dei Papi

Il Palazzo dei Papi

viterbo, la loggia del palazzo dei Papi

La loggia del Palazzo dei Papi


Antico borgo aggrappato alla collina, non lontano da Roma, questa cittadina, detta appunto “la città dei Papi”, si presenta come un intrico di vicoli e piazze abbelliti da magnifiche fontane, all’ombra di palazzi dal 1200 in avanti, decorazioni, bei portali, scale, arcate… Tuttavia, ciò che l’ha resa più famosa è il Palazzo dei Papi, costruito tra il 1255 e il 1266, la cui Loggia dalla magnifiche arcatericamate di trafori, nelle belle giornate si affaccia su un cielo azzurrissimo e il verde della collina. Qui infatti, in quell’epoca, si trasferì la corte papale per proteggersi dalle frequenti rivolte cheagitavano Roma nel periodo più cruciale delle lotte intestine.
Da papa Alessandro IV°, il primo che vi abitò, ve ne risiedettero altri otto. La lunga scala conduce alla sala dove si sarebbe verificato il più lungo conclave della storia. Il termine “conclave” infatti pare provenga da un episodio, in cui il popolo avrebbe rinchiuso a chiave i cardinali nella “Sala delle Udienze”, finché non elessero il nuovo papa, dopo che erano trascorsi 3 anni di attesa. A tal fine aprirono un buco nel tetto per far arrivare loro pane e acqua per sopravvivere.
viterbo, La piazza del Palazzo dei Papi e la Cattedrale di S.Lorenzo

La piazza del Palazzo dei Papi e la Cattedrale di S.Lorenzo

viterbo, campanile della cattedrale di S. Lorenzo

Il Campanile della Cattedrale di S. Lorenzo, a "balze senesi"


Accanto si distingue la Cattedrale di S.Lorenzo, dove vi furono incoronati gli otto papi che in quegli anni vi vennero eletti. Magnifico è il campanile del1369, decorato in mattoni bianchi e neri, le “balze senesi”, mentre al suo interno ospita un fonte battesimale del 1400. Di particolare bellezza sono anche il pavimento, composto di piccoli tasselli in marmo, e un’abside in stile barocco, masoprattutto i magnifici affreschi.
Anche qui va ricordato un fatto storico: infatti vi furono celebrati i funerali di papa Giovanni XXI°, l’unico papa portoghese nella storia della chiesa, deceduto a causa del crollo di un soffitto.
viterbo, Una casa a ponte

Una casa a ponte

viterbo, Scorcio su un vicolo con torre

Scorcio su un vicolo con torre


Si attraversa poi piazza Della Morte, così chiamata perché un tempo vi assistevano i moribondi. Oggi al contrario è piena di vita, animata dai tavolini di ristoranti e locali di ristoro, dove si può mangiare all’aperto, assaporando l’atmosfera di questo borgo, che pare aver subito un arresto nel tempo.
Da qui si può proseguire per via S.Carluccio e via S,Pellegrino, il quartiere più antico, un dedalo di vicoli e scalette, da cui si possono ammirare torri, arcate, ponti tra le case, loggiati. In particolare in via S.Pellegrino sono frequenti le scalette esterne alle case, i “profferli”, costruite per raggiungere i pianerottoli.
Numerose sono anche le case-torre, frequenti nelle città medioevali, cheappartenevano alle famiglie più ricche e potenti.
viterbo, Piazza del Plebiscito con Palazzo dei Priori

Piazza del Plebiscito con sulla sinistra il Palazzo dei Priori

viterbo, La Fontana di S.Stefano

La Fontana di S.Stefano


Quando si giunge in piazza del Plebiscito, accanto alla torre si distingue un palazzo dalla facciatainteramente porticata: è il palazzo dei Priori. Al suo interno, al primo piano, si può vedere la cappella con bellissimi affreschi e 4 sale: la sala dei Paesaggi, quella della Madonna, del Consiglio e la Sala Regia, tutte mirabilmente affrescate. In particolare nell’ultima si trovano affreschi che rievocano le origini della città che, secondo un’opera del 1500 di Annio Viterbo, risalirebbero ai tempi di Noè, teoria che tuttavia non è considerata veritiera.
Altri nuovi affreschi su soggetti vari furono ritrovati, nel 2000, nei riquadri a cassettoni.
Storie e fede religiosa si mescolano nella chiesa-monastero di S.Rosa, una santa molto amata dagli abitanti, tanto che il 3 settembre si tiene una processione in suo onore: un imponente baldacchino che regge la statua della santa è portato in giro per le strade della città. Particolare singolare è che ai cittadini che lo trasportano, per tradizione, viene somministrata l’Estrema Unzione, perché un tempo si temeva non resistessero fino alla fine tanto era pesante.
In piazza del Gesù spicca la Torre del Bergognone, la più famosa, che nei giorni sereni svetta contro il cielo azzurro. Qui rivive particolarmente l’epoca medioevale, poiché vi si teneva il mercato: non è difficile immaginare i mercanti porgere i loro prodotti ai passanti, dai polli alle uova fresche. In altri giorni invece vi si amministrava la giustizia.
Al centro della piazza sorge la chiesa di S.Silvestro in stile romanico e la bella fontana omonima, spostata qui nel 1900, una delle molte di Viterbo che, infatti, viene detta anche “la città delle fontane”. Tra queste vi è anche quella di S.Stefano, del 1621 circa, che si distingue per le due magnifiche teste di leone e gli stemmi della città. Qui si trova anche la “Casa della Pace”, sorta sotto i papato di Alessandro IV°, tanto attuale di questi tempi...
viterbo, Via a volte

Via a volte


Il centro storico è ricco di locali di ristoro, ristoranti e bar caffè, ospitati negli antichi palazzi contravi a vista, soffitti a volte, in pietra e mattoni. Il più famoso è caffè Schenardi, conosciuto per lesue gustose specialità, che accolse personaggi storici da Giuseppe Garibaldi a Guglielmo Marconi.
Prima di lasciare Viterbo non tralasciare di mangiare un piatto delle sue fettuccine al cinghiale.

Testo e foto di Grazia Paganuzzi
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